La meta da raggiungere: il senso

" Se quotidianamente noi compiamo la fatica di prendere distanza dagli eventi nel momento stesso in cui li patiamo e, non vivendo più in balia di essi, li recuperiamo alla nostra coscienza come momenti significativi del nostro procedere, la meta già l’abbiamo raggiunta, perché essa sta nel senso che noi così diamo alla strada che percorriamo."
(Silvia Montefoschi)





Commentario

  • La meta del nostro andare non si raggiunge dopo e infine ma la si può già raggiungere ancor prima di raggiungere la meta.
  • Prendere distanza: è proprio questa la funzione soggettivante ovvero "trattare senza trattare tutto ciò che ancora tratta e fino a che tratta". in questo momento non saprei dire da quale opera è tratta la citazione che qui commento ma va comunque tenuto presente che c'è un prima e un dopo e un prima e un dopo riguarda l'incontro con Giovanni o meglio la nascita dell'archetipo dell'ultima coniunctio che è l'unico oggi che sia ancora vivente e poi c'è un altro prima/dopo discriminante anch'esso che riguarda le ultime opere dopo il manifestarsi di una contro-rivoluzione e mi riferisco alle opere del periodo 1995-2009. Con quest'ultimo periodo non c'è più da prendere distanza nel senso di coglierne il senso dei nuovi eventi in quanto i nuovi eventi non sono affatto nè eventi nè tanto meno nuovi in quanto si mette in atto il nuovo e ultimo processo di autodistruzione del SRI che si destabilizza e destabilizzandosi porta a compimento il processo di demassificazione dell'intero universo. Silvia stessa in uno dei nostri incontri mi disse chiaramente come ormai è tutto pura consumazione fino all'exitus finale. Consumazione, beninteso della memoria, delle tracce mnestiche ovvero di ciò che in noi ancora resta della vecchia e obsoleta modalità interdipendente di rapportarsi tra l'uno e l'altro dell'unico discorso. Attenzione: a differenza di Marx per il quale l'alienazione era solo alienazione per Hegel per esempio anche l'alienazione ha una sua valenza non solo negativa ma anche positiva e ugualmente la relazione schiavo-padrone cioè il sadomasochismo che caratterizza la preistoria dell'essere, prodotta dall'originaria divisione del lavoro tra soggetto attivo e oggetto passivo, anch'essa ha collaborato a portare avanti l'evoluzione e infatti va chiarito che c'è una bella differenza tra i vari momenti dello spettro del sadomasochismo che va da blando a feroce fino a ferocissimo. Oggi però la modalità di relazionarsi interdipendente non ha alcun senso ma è solo pura consumazione della stessa che a ogni ciclo di ripetizione sbiadisce sempre più come memoria e infine scompare essendo ormai più solo la spazzatura della storia anzi della preistoria della vita relazionale. "Il finito proprio perchè finito non può finire mai ma può solo scomparire. Tuttavia quando scompare scomparirà in assoluto per non più ritornare." 


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